HIPPY VENETITS: OMAGGIO A

 

di Lindo

 

Prologo: Roberta chi???

Se vi chiedessi di citare una famosa pin-up di origini italiane, penso che difficilmente mi rispondereste: “OVVIO, ROBERTA PEDON!!!”. Penso che vi starete anzi domandando in molti “ma chi accidenti è mai Roberta Pedon???”; e credo che anche la (pur molto eloquente) foto sottostante non vi aiuterà molto..

Roberta Pedon

Dunque… la sorridente fanciulla della foto non vi dice proprio nulla? (come celebrità, intendo… non come essere umano di sesso femminile!!!) Beh, non crucciatevi… avete ragione voi. Seppur dotata di indubbie qualità (facilmente apprezzabili nella foto sopra), Roberta Pedon non ha infatti mai avuto in Italia una fama sia pur lontanamente paragonabile a quella di cui ha goduto oltreoceano, dove è tuttora considerata una tra le più grandi pin-ups degli anni ’70, ricordata con grande affetto da schiere di fans. Provate a cercare “Roberta Pedon” su Google… vedrete voi stessi quanti sono i siti web che contengono queste due parole!!!
Ma andiamo con ordine, e partiamo proprio dal paese a stelle e strisce, dove tutto per essere O.K. deve essere enorme… compresi i seni, ovviamente!!!

“Maggiorate”, American Style

Non ho la preparazione necessaria a spiegarvi le ragioni profonde dell’ossessione che molti maschi americani (e non solo…) hanno per le… tettone: però è innegabile che negli USA si è sviluppato fin dagli anni ‘40 un settore dell’industria dell’intrattenimento per adulti incentrato su stars e Candy Samplesstarlets molto prosperose. Da quelle più “mainstream”, come Jane Russell o Jayne Mansfield, a quelle più “di genere”, come Candy Samples ed Uschi Digard, le pinups “maggiorate” hanno tradizionalmente goduto di grandissima popolarità negli USA.

Candy Samples

Uschi Digard

Uschi Già a partire dalla fine degli anni ’50 una rivista per adulti americana si era specializzata nell’offrire esclusivamente servizi fotografici ritraenti modelle dai seni prorompenti. Tale rivista si chiamava Fling, e cominciò ad uscire saltuariamente nel 1957 per poi passare a pubblicazioni regolari nel 1960. Prima di dedicarsi interamente alla professione di regista, il grande e mai abbastanza compianto Russ Meyer (che di seni enormi se ne intendeva!!!) aveva prodotto numerosi servizi fotografici proprio per questa rivista. Altre riviste seguirono nel corso degli anni ’60 e ‘70 la via tracciata da Fling: tra le più note possiamo citare Gem, The Swinger (in seguito ribattezzato BUF - Big Up Front), Gent, King Size, fino a titoli deliranti come Brananza, Big Boobs & Beavers, Gallon Jugs, Block Busters, Big & Bouncy, Big Tits & Splits, Titty-Titty-Bang-Bang, Boobs, Busts & Bazooms

Anche nel settore dei cortometraggi sexy (i cosiddetti loops), in quello dei film sexploitation (B-movies dove i contenuti sexy erano predominanti: i film di Russ Meyer vengono solitamente definiti tali) ed in seguito anche in quello delle produzioni hard core si svilupparono filoni incentrati esclusivamente sull’impiego di attrici molto “pettorute”.
Nel corso degli anni ’60, inoltre, il perfezionamento della tecnica di impianto di protesi mammarie al silicone permise anche a modelle ed attrici con cui madre natura non era stata molto generosa di entrare nel “circuito” delle supermaggiorate (solo all’inizio degli anni ’90 l’inflazione di pinups siliconate, alcune con protesi ben oltre i confini del grottesco, portò alla nascita negli USA di un sotto-filone dedicato solo a maggiorate rigorosamente “al naturale”, del quale la rivista Voluptuous è a tutt’oggi portabandiera).
All’inizio degli anni ‘70 questo filone dell’industria americana dell’intrattenimento per adulti era ormai nella sua piena maturità, ed aveva un proprio “olimpo” di stars e starlets, nel quale si stagliavano le già citate Candy Samples ed Uschi Digard, che avevano già all’attivo decine e decine di servizi fotografici e di apparizioni in loops e lungometraggi. Finché un bel giorno del 1973…

Dal Lido di Venezia a Venice Beach (e ritorno…)

Roberta PedonCome accade per ogni eroina di culto che si rispetti, la biografia di Roberta Pedon è alquanto nebulosa. Le fonti che ho consultato non sono concordi né sull’anno, né sul luogo di nascita. Secondo Internet Movie Database sarebbe nata nell’Ohio nel 1954, da esuli lettoni (il suo vero nome sarebbe Rosma Grantoviskis). Questa tesi non trova però riscontro altrove: tutte le altre fonti sostengono che sarebbe nata in Italia, e dato il cognome si potrebbe pensare che Roberta abbia origini venete. Il fatto che sia stata “scoperta” dal noto fotografo glamour John Kirk (esimio talent-scout di tettone!!!) mentre viveva con la comunità hippy di Venice Beach in California aggiunge fascino alla biografia di Roberta (da Venezia a Venice, e ritorno…), ma aumenta anche la confusione!!!

Sta di fatto che, veneta o meno, la nostra Roberta divenne nel giro di pochi mesi una stella di prima grandezza nel firmamento delle tettone a stelle e strisce. Il suo viso fresco e spontaneo, quel sorriso al contempo sbilenco e simpatico, il suo look genuinamente hippy e – ovviamente – quelle due meraviglie della natura che esibiva con assoluta disinvoltura erano manna per qualsiasi rivista sexy nel 1973, prima che la “controrivoluzione” a base di guepieres e tacchi a spillo da una parte, e la Roberta Pedonpacchianeria del look in stile disco music dall’altra spazzassero via quella deliziosa (almeno per chi scrive) icona di bellezza femminile che era la “figlia dei fiori” (sempre solare, allegra e poco vestita…)

Oltre a posare per un gran numero di servizi fotografici tra il 1973 e il 1976, Roberta Pedon (che all’inizio compariva anche sotto i nomignoli di Mooshie, Robbie e Sam) “recitò” anche in alcuni loops sexy (rigorosamente non hard core) ed in un lungometraggio del 1975 noto come Carnal Madness (ma anche come Bad Girls e Delinquent School Girls).

 

Nei loops Roberta si dedicava ad attività quali fare il tipico bagnetto, rotolarsi sul letto o sulla moquette, e dondolarsi su un’altalena (con conseguenze dinamiche facilmente immaginabili per le sue prorompenti mammelle…). All’inizio degli anni ’80 alcuni di questi loops vennero inseriti, assieme ad altri che avevano per protagoniste alcune delle più famose maggiorate americane anni ‘70 (Candy Samples, Karen “Zsa Zsa” Brown, Come on baby, light my fire!Darlene “Yum Yum” English, ecc.), in due videocompilations, Big Bust Superstars (1983) e Big Bust Babes (1984), entrambe tuttora disponibili in VHS o DVD negli USA.
Il film Carnal Madness è invece un sublime (parere strettamente personale, eh!!!), delirante, sgangherato sexploitation movie: di esso esiste anche una versione italiana, intitolata Tre matti in un collegio femminile, che il sottoscritto ha avuto la rara ventura di vedere ad ore antelucane su Telenuovo qualche anno fa… purtroppo ignoro se essa sia attualmente reperibile in VHS o DVD, mentre la versione USA dovrebbe esserlo.
La trama del film, che vede la partecipazione di altre starlets prosperose anni ’70 quali Nika Movenka e Rosalie Strauss, è in estrema sintesi la seguente: tre evasi da un manicomio criminale si introducono in un collegio femminile, sperando di trovarvi sollazzi erotici. Problemino: le ragazze presenti in collegio uniscono a seni di generosissime proporzioni una buona conoscenza delle arti marziali… seguono spiacevoli conseguenze per i tre malcapitati intrusi. Il film si caratterizza, oltre che per la recitazione alquanto naif, per alcune scene memorabili che vedono protagonista la nostra Roberta. In particolare:

  1. il direttore (ipocritamente puritano) del collegio passa in rassegna le fanciulle mentre fanno ginnastica su un prato, e sogna ad occhi aperti Roberta Pedon mentre esegue senza reggiseno dei jumpin’ jacks, saltelli sul posto con un movimento ritmico delle braccia, che vengono portate alternatamente sopra la testa e lungo i fianchi… potete facilmente immaginare il terrificante sballonzolio dei globi di Roberta!!!
  2. Roberta Pedon ed un’altra prosperosa fanciulla, sotto la minaccia delle armi dei tre balordi, sono costrette a lottare nel fango, perdendo gradualmente i vestiti…

Epilogo: Roberta, dove sei???

La parabola di Roberta nello star system è stata rapidissima: meno di tre anni. Nel 1976 aveva già smesso di posare (anche se i servizi realizzati negli anni precedenti hanno continuato a comparire nelle riviste specializzate in pin-ups maggiorate sino ai giorni nostri). Su quello che è stata la sua vita negli anni successivi ci sono versioni contrastanti.
Tutte le fonti sostengono che è tornata in Italia: però mentre alcune affermano che, dopo essersi sposata ed aver avuto dei bambini, ha voluto tagliare ogni legame col suo passato di starlet e vivere tranquillamente da moglie e mamma, rifiutando anche alcune opportunità di rientro nel mondo del glamour, secondo altre fonti Roberta sarebbe morta, sola e nella miseria più completa, nel corso degli anni ’80.

Flower Power!


A chi dobbiamo credere? Personalmente spero che sia buona la prima versione, e che Roberta Pedon, viva e vegeta ed in ottima salute, offra spesso e volentieri al sole estivo, da qualche parte sulle sponde dell’Adriatico, la vista dei suoi magnifici seni…

                                                                                                            Lindo

 

P.S. Qualcuno di voi ha conosciuto personalmente Roberta Pedon? Oppure ha informazioni sul suo conto che integrano / correggono quelle qui riportate? Mandate una e-mail alla Prugna Elettrica… farete cosa buona e giusta, e Lindo ve ne sarà eternamente riconoscente!!!

 

Bibliografia

Dian Hanson, The History of Men’s Magazines, vol 3. (“1960s at the newsstand”) e vol. 5 (“1970s at the newsstand”), Taschen, Koln, 2005.

Internet Movie Database, “Biography for Roberta Pedon”, http://www.imdb.com/name/nm0670047/bio

Internet Movie Database, “Big Bust Babes” http://www.imdb.com/title/tt0228060

Internet Movie Database, “Big Bust Superstars”, http://www.imdb.com/title/tt0264420

Internet Movie Database, “Carnal Madness” http://www.imdb.com/title/tt0087132

PinupFiles, “Tribute to Roberta Pedon”, http://www.pinuptributes.com/roberta.html

 

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